“In occasione della sua seconda mostra personale, Boetti introduce nella struttura dei cataloghi della galleria, graficamente innovativi ma ripetitivi, alcuni elementi di novità che delineano una vo- lontà di appropriazione, a fini artistici, di un tradizionale strumento comunicativo. Il frontespizio è soppresso e sostituito da fotografie dell’artista dal «barbiere» senza commento testuale. La succes- siva sequenza tradizionale di testi critici e immagini è riscattata dall’isnerimento di tavole colorate - quasi una citazione delle incisioni posta a ornamento del libro nella tradizione bibliofila dei «livrea de peintre» - con la rappresentazione del «progetto» delle opere esposte”. (Giorgio Maffei, 2011).

