Michelangelo Pistoletto, Giulio Carlo Argan / Pistoletto
PISTOLETTO Michelangelo (Biella 1933) - ARGAN Giulio Carlo (Torino 1909 - Roma 1992)
Roma, L’Attico, 1968 (February), 29,8x21,4 cm., softcover, pp. 16, cover illustrated with a black and white photographic portrait of Pistoletto. Entirely illustrated booklet with fullpage photos, some of which are toned in sepia and purple. Catalog of the exhibition (Rome, Galleria L’Attico, 12 February - 12 March 1968).
Bibliography: Lailach 2005: pag. 153; Maffei 2007: pag. 177; Barbero 2010: pag. 444; Lista 2011: pag. 212; Celant 1980: pag. 234.
PISTOLETTO Michelangelo (Biella 1933) - ARGAN Giulio Carlo (Torino 1909 - Roma 1992)
Roma, L’Attico, 1968 (February), 29,8x21,4 cm., softcover, pp. 16, cover illustrated with a black and white photographic portrait of Pistoletto. Entirely illustrated booklet with fullpage photos, some of which are toned in sepia and purple. Catalog of the exhibition (Rome, Galleria L’Attico, 12 February - 12 March 1968).
Bibliography: Lailach 2005: pag. 153; Maffei 2007: pag. 177; Barbero 2010: pag. 444; Lista 2011: pag. 212; Celant 1980: pag. 234.
PISTOLETTO Michelangelo (Biella 1933) - ARGAN Giulio Carlo (Torino 1909 - Roma 1992)
Roma, L’Attico, 1968 (February), 29,8x21,4 cm., softcover, pp. 16, cover illustrated with a black and white photographic portrait of Pistoletto. Entirely illustrated booklet with fullpage photos, some of which are toned in sepia and purple. Catalog of the exhibition (Rome, Galleria L’Attico, 12 February - 12 March 1968).
Bibliography: Lailach 2005: pag. 153; Maffei 2007: pag. 177; Barbero 2010: pag. 444; Lista 2011: pag. 212; Celant 1980: pag. 234.
“Per Pistoletto fare una mostra non vuol dire appendere dei quadri alle pareti di una galleria, ma, letteralmente, fare la mostra: realizzare un ambiente che non soltanto prepara e condiziona l’incontro col pubblico, ma lo presuppone e ne risulta, in qualche modo deflorando e contaminando la cosiddetta intimità dell’artista in un’occasione mondana. (...) Pistoletto (...) non espone quadri, anzi li annulla facendoli di specchio e disponendoli in modo che si riflettano l’uno nell’altro; ed invece monta trappole per il pubblico mettendosi sulla soglia di persona, lui e la sua ragazza, per far vedere che si vive in almeno due spazi, forse in più, e che, dovunque si stia o si creda di stare, si è sempre sulla soglia, né di qua né di là. La dimensione in cui costringe i visitatori mondani ad aggirarsi per quel quarto d’ora è naturalmente la dimensione dell’arte, ma anche qui la parola va intesa nel senso letterale, demistificato, di artificio”. (Carlo Giulio Argan)